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Notizie

10|05

2021

di Mario Turla

Antiriciclaggio

Riciclaggio e Covid: un'opportunità per le organizzazioni criminali e non solo

In tutte le situazioni di sconvolgimenti economici sociali o di fronte ad eventi eccezionali come le olimpiadi, si sono sempre create delle opportunità di investimento di denaro da parte di diversi soggetti, dall’imprenditore onesto fino ad arrivare a capitali proventi da profitti illeciti. Essi possono essere frutto sia di evasione ed elusione fiscale sia da proventi di altri reati come lo spaccio di sostanze stupefacenti.

Nel corso degli ultimi decenni ci sono state diverse di queste situazioni, dalla caduta del muro di Berlino alla grande crisi finanziari del 2008, fino alla pandemia odierna.

Interessante ricordare proprio nel 1989, quando cadde il muro di Berlino (fatto che mutò gli eventi della storia moderna e che nessuno aveva previsto), in una intercet­tazione ormai famosa, gli investigatori coordinati da Bernd Finger, il capo della sezione tedesca al contrasto alla criminalità organizzata, rivelarono che in una conversazione un esponente di una organizzazione criminale, diceva al suo corrispondente a Berlino Ovest di recarsi subito a Berlino Est per comprare. Alla richiesta di chiarimenti del suo interlocutore il mafioso rispose che doveva comprare “tutto”. Era l’occasione giusta, per chi aveva grosse liquidità, da impiegare ed ancora meglio se erano di dubbia origine.

Ma arrivando ai giorni nostri, l’emergenza pandemica causata dal Covid-19 ha portato ad uno stravolgimento sia della vita sociale sia della vita economica, creando delle grandi opportunità per chi ha voluto e vuole riciclare denaro e/o frodare lo stato ed i cittadini. Basti pensare che la UIF (ufficio d’informazione finanziaria), in data 16 aprile 2020 ha inviato a tutti i soggetti obbligati (tra cui la PA), una comunicazione specifica in cui viene chiesto di prestare particolare attenzione a tre situazione rischiose:

  1. i rapporti intrattenuti con aziende che operano nei settori della sanità ovvero in settori attigui;
  2. i finanziamenti erogati con garanzie dallo Stato, sia in sede di istruttoria, sia in fase di utilizzo dei fondi;
  3. l’operatività online, ad esempio con piattaforme di crowdfunding.

Purtroppo nel settore delle forniture e dei servizi più direttamente collegati al contrasto del Covid-19 le frodi non sono mancate, ed in particolare nella commercializzazione di prodotti quali dispositivi di protezione individuale, igienizzanti, apparecchi elettromedi­cali in realtà non esistenti, contraffatti o di qualità inferiore agli standard. per questo tipo di situazioni si dava l’indicazione di prestare particolare attenzione all’attività svolta in tale ambito da operatori che non risultano avere precedente esperienza nel settore o in altri analoghi.

Nel caso dei finanziamenti erogati con garanzie dello stato si sono verificati fenomeni diversificati, con casi di gruppi di aziende che hanno richiesto il prestito minimo senza istruttoria di 25000 euro garantiti SACE e spostati velocemente su conti esteri, per essere utilizzati per tutto ma non per l’azienda richiedente.

Per il terzo punto si è assistito ad un aumento dell’utilizzo di acquisto di beni e servizi in modalità on line, aumentando le persone che hanno utilizzato questa modalità di acquisto senza una esperienza. Esponendosi a casi di truffa molto spesso con la tecnica del phishing (invio di e.mail false con logo della banca per richiedere la user e password di accesso), per poi impossessarsi del denaro sul conto. Ma anche truffe di raccolta soldi per attività di emergenza COVID, che si sono dimostrate totalmente false.

Ma l’indebolimento economico di famiglie e imprese ha accresciuto il rischi di usura e può facilitare l’ac­quisizione diretta o indiretta delle aziende da parte delle organizzazioni criminali nonché agli interventi pubblici a sostegno della liquidità. Bisogna pestare la massima attenzione alla modifica degli assetti societari (gli anomali trasferimenti di parte­cipazioni, le garanzie rilasciate o ricevute, lo smobilizzo di beni azien­dali a condizioni non di mercato), oltre che una approfondita verifica sull’origine dei fondi e sulle effettive finalità economico-finanziarie sottostanti alle transazioni commerciali.

Dopo circa un anno nel febbraio del 2021,  L’UIF ha pubblicato una nuova circolare sull’emergenza COVID 19, ponendo l’attenzione su una nuova fase, che la situazione ha preso con  ripercussioni economiche e sociali eccezionali. Ed infatti è noto a tutti che nel nostro Paese sta per arrivare un enorme quantitativo di denaro con il recovery fund oltre ad una serie di agevolazioni fiscali di aiuto e/o ristori alle categorie economiche che hanno dovuto sospendere l’attività in questo periodo. Qui l’UIF si concen­tra sul vasto mercato dei crediti d’imposta che si sta generando dalle innumerevoli opportunità che il legislatore ha posto in essere in questo periodo. L’UIF nella circolare sottolinea il fatto che potrebbero venire creati operatori professionali ad hoc per attingere a questa opportunità, con tanto di studi e siti web specializzati. Ma più semplicemente far arrivare capitali frutto di illegalità da allocare sui crediti d’imposta, cosa già successa con i crediti sulla sanità, che qualche anno fa hanno permesso di investire ed allocare liquidità di ogni tipo.

Altro aspetto, poi, è quello dei finanziamenti, soprattutto a fondo per­duto e con vincolo di destinazione d’uso, che devono essere messi sotto la lente di ingrandimento con controlli sostanziali per vedere se poi vengono utilizzati per ciò per cui sono stati richiesti e non prelevati o portati all’estero. Interessante è, poi, l’ulteriore richiamo all’attenzione alle persone politicamente esposte (PEP) e ai loro familiari.

In questi giorni è stato presentato il recovery plan, che rappresenta dove saranno spesi i circa 230 miliardi che in questi anni arriveranno dalla comunità europea e sicuramente qualcuno è già all’opera per pensare come intercettarli nei settori che il piano prevede.

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